Nannina Munzurrò, una storia vesuviana, racconta la saga di una famiglia di vinai, i Munzurrò, legandola a quella della piccola Nannina, detta Palomma (o Palommella) come la nonna paterna. Soggetto del romanzo e vero nucleo tematico è il mondo del vino vesuviano, con i saperi antichi legati alla sua produzione. I protagonisti Munzurrò, con Nannina, sono vinificatori e commercianti di vino da generazioni e tengono l’arte del vino ”nelle mani e nel cuore”.
Nannina Munzurrò è un affresco letterario che attraversa la macro storia del sud, dal 1850 al 1950: i Borbone, Garibaldi, i briganti, i patrioti, l’eruzione del 1906, la Grande guerra, il fascismo, l’emigrazione, la seconda guerra mondiale, le persecuzioni razziali e il dopoguerra con le innovazioni tecnologiche. Non secondarie sono le microstorie dei personaggi che vivono nel romanzo perché anche le comparse hanno sempre un loro carattere, e vengono tratteggiate con un tocco che le definisce persino nella scelta del nome. L’elemento magico è rappresentato da Matalena, domestica di casa, zingara mezzosangue, il cui destino, che viaggia in parallelo con quello di Nannina, è quello di proteggerla, con le sue arti magiche, dalle fatture e dalle janare, nemiche di famiglia.
Di grande valenza espressiva sono i registri linguistici che vanno dall’italiano colto a quello regionale, con significative contaminazioni dalla bella parlata dialettale.




